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Il bordo metropolitano, (contro)territorializzazione, teoria della barricata mobile

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Italian

Il territorio, non solo fisico, è il luogo e la configurazione in cui si danno i conflitti. Dal punto di vista antagonista è infatti una dimensione spaziale determinata dalla temporalità e dalle relazioni sociali, da relazioni di poteri, è un campo di forze che operano per affermare diversificati progetti. Un territorio localizzato antagonisticamente è un contesto dove sono radicati uno o più conflitti, una o più polarizzazioni, che permettono dinamiche ricompositive e di negazione che a loro volta possono attivare progettualità ampie e durature. Per addentrarsi nel territorio si devono sempre tenere in tasca due strumenti indispensabili: l’inchiesta e la con-ricerca. La prima è la conoscenza quantitativa e qualitativa di un determinato contesto sociale: dalle sue caratteristiche morfologiche fino a quelle di natura politica e sociale, quindi dall’architettura ai risultati statistici fino alle forme di socialità e aggregazione.

La con-ricerca dal nostro punto di vista è organizzazione, costruzione e potenziamento delle capacità dei partecipanti a un contesto di lotta o di movimentazione sociale in una dinamica che coinvolge virtuosamente le forme embrionali di attivazione sociale, i militanti di base e i militanti politici.

Si tratta di una prassi in movimento che “fa spazio a”, che “si fa largo tra”, in quanto espande le possibilità di organizzazione e trasformazione dell’esistente coinvolgendo e valorizzando ogni soggettività individuale all’interno della cooperazione antagonista. Seguendo questo percorso, questa ipotesi da verificare collettivamente, la militanza autonoma è intrinsecamente legata al territorio, è spinta alle sue frontiere. È un metodo per ricercare il, organizzarsi nel, agire sul bordo dei conflitti di classe per spingerli avanti, potenziare e approfondire il contrasto.

Dal nostro punto di vista i processi reali eccedono costitutivamente le dimensioni militanti, che restano in quanto tali minoranze agenti sul bordo, alla frontiera dell’intensità di una lotta o movimento sociale. Non è davanti, è al suo interno, non ne è il feticcio, ne è parte. - author⁄Laboratorio Crash!

from: Laboratorio Crash, 2019. bib⁄Il campo di battaglia urbano: Transformazioni e conflitti dentro, oltre e contro la metropoli. Red Star Press.

English

The metropolitan edge, (counter)territorialization, theory of the mobile barricade

The territory, not only physical, is the place and the configuration in which conflicts occur. From the antagonist point of view, it is in fact a spatial dimension determined by temporality and social relations, by relations of powers, it is a field of forces operating to affirm diverse projects. An antagonistically localized territory is a context where one or more conflicts are rooted, one or more polarizations, which allow recompositional dynamics and denial that in turn can activate broad and lasting projects. In order to delve into the territory, one must always keep two indispensable tools in one’s pocket: inquiry and con-research. The first one is the quantitative and qualitative knowledge of a specific social context: from its morphological characteristics to its political and social ones, then from the architecture to the statistical results up to the forms of sociality and aggregation.

Con-research from our point of view is organization, construction and capacity building of participants in a context of struggle or social movement in a dynamic that virtuously involves embryonic forms of social activation, grassroots militants and political militants.

It is a praxis in movement that “makes space for”, that “makes its way between”, as it expands the possibilities of organization and transformation of the existing by involving and enhancing every individual subjectivity within the antagonist cooperation. Following this path, this hypothesis to be verified collectively, autonomous militancy is intrinsically linked to the territory, it is pushed to its frontiers. It is a method of seeking the, organizing in, acting on the edge of class conflicts to push them forward, to strengthen and deepen the contrast.

From our point of view, real processes constitutively exceed militant dimensions, which remain as such minorities acting on the edge, at the frontier of the intensity of a social struggle or movement. It is not in front of it, it is within it, it is not its fetish, it is part of it. - author⁄Laboratorio Crash!,

from: Laboratorio Crash, 2019. bib⁄Il campo di battaglia urbano: Transformazioni e conflitti dentro, oltre e contro la metropoli. Red Star Press.